FOTO


( per vedere le foto cliccare sull'immagine della macchina fotografica )

ALCUNI COLLEGAMENTI ALLE FOTO SONO NON FUNZIONANTI, SONO IN VIA DI RISPRISTINO.



ARMAMENTO ED EQUIPAGGIAMENTO





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ABBIGLIAMENTO E DIVISE





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MEZZI





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CASERME

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Caserma Pizzolato

La caserma "Gavino PIZZOLATO" è intitolata alla memoria del Gen. Gavino PIZZOLATO, decorato di 2 Medaglie d'Argento e di 2 Medaglie di Bronzo al Valor Militare, dell'Ordine Militare di Savoia e dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia, caduto in Nord Africa il 23 marzo 1943.
Ubicata nella città di Trento a circa 1,5 km in direzione SSO dal centro città, la caserma si trova sulla sinistra del fiume Adige ed è facilmente raggiungibile per via ordinaria percorrendo l'autostrada A22 MODENA-BRENNERO uscita TRENTO CENTRO ovvero la S.S. 12 del Brennero.
La caserma ospita il 2° Reggimento Artiglieria Alpina organicamente inquadrato nel Raggruppamento di Artiglieria dei Supporti delle Forze Operative Terrestri e solo di recente - dicembre 1997 - anche il Comando Militare Regionale del Trentino Alto-Adige.
Nel 1909, con legge n. 473 del 15 luglio, è costituito il 2° reggimento artiglieria da montagna. Ne fanno parte i gruppi "VICENZA", "UDINE", "BELLUNO" e "CONEGLIANO". Il Col. L. DURAND è il primo Comandante del rgt..
Nel 1910, con legge 319 del 17 luglio, è adottato il cappello alpino.
Negli anni 1911/12, il 2° rgt.a. partecipa con le sue batterie alla Campagna di LIBIA.
Nella 1^ guerra mondiale il rgt. è presente sui fronti dell' "ADAMELLO", del "CARSO" e del "PIAVE".
Nel 1934 è assunta la denominazione di artiglieria alpina e nel 1935 il 2° rgt.a.alp. è inquadrato nella V Divisione alpina "TRIDENTINA".
Nella 2ª guerra mondiale il 2° rgt.a. è schierato inizialmente sul fronte occidentale, nella zona del piccolo S. Bernardo.
Dal novembre 1940 all'aprile 1941, con i gruppi "BERGAMO" e "VICENZA", affronta la dura campagna greco - albanese, meritandosi la medaglia di bronzo al valor militare.
Dall'agosto 1942 al febbraio 1943, con i gruppi "BERGAMO", "VICENZA" e "VAL CAMONICA", partecipa alla campagna di Russia e, sul fronte del medio Don, merita la medaglia d'oro al valor militare.
Rientrato in patria, il 2° rgt.a. svolge attività di servizio d'ordine in Alto Adige fino all'8 settembre 1943 quando è sciolto.
Nel 1951, il 2° rgt.a. è ricostituito ed inquadrato nella Brigata alpina "TRIDENTINA", con alle dipendenze i gruppi di artiglieria da montagna "VICENZA", "VERONA" e "ASIAGO".
Il 30 settembre 1975, con il riordinamento della Forza Armata, il reggimento è sciolto.
Ne eredita la bandiera di guerra e ne continua le tradizioni, fino al 1992, il gruppo di artiglieria da montagna "VICENZA".
In detto anno, in Trento, è ricostituito il 2° reggimento artiglieria che inquadra il solo gruppo "VICENZA" dal quale riceve il glorioso vessillo.
Nella sede di Trento, il reggimento raccoglie l'eredità (quadri, materiali e automezzi) del 4° reggimento artiglieria pesante campale, dei gruppi "AVISIO", "PUSTERIA", "BONDONE", del "FILOTTRANO" (sostituito nel 1990 dal "VICENZA") e nel recente passato del 9° "ROVIGO". In questo contesto, acquista una nuova identità e nuovo spirito di corpo.
Dal 1° dicembre 1997, in attuazione dei provvedimenti ordinativi e strutturali della Forza Armata, il reggimento è inquadrato nel raggruppamento artiglieria del Comando Forze Operative Terrestri.
Il 2° artiglieria non è più parte delle truppe alpine, continua a portare il "cappello alpino", svolge l'addestramento di specialità alpina e le funzioni operative di supporto al combattimento del "pacchetto di capacita' di difesa".





A proposito della caserma Pizzolato, nel Piano Regolatore del 2001 si legge :

".... Le aree poste a sud del complesso Michelin sono attualmente occupate dalle strutture del Ministero della Difesa per le quali è prevista la ricollocazione in altro sito, liberando così ampie porzioni di territorio che costituiranno ulteriori "stanze" del parco fluviale. In questo contesto la fascia verde dovrà assumere le caratteristiche di un vero e proprio "parco attrezzato", ospitando attrezzature sportive e per il tempo libero. In corrispondenza dell'area oggi occupata dalla caserma Pizzolato si prevede la realizzazione di un grande spazio verde nel quale potranno essere inserite attrezzature balneari, sportive e ricreative. In questo contesto potrebbe essere bene collocato il nuovo Lido della città."

Quindi tra poco la buttano giu' !

Link all'articolo del 2010 che parla del destino di diverse caserme di Trento.  CLICCA QUI



Ampliamento ovest - (Caserma Bresciani)


L' Ampliamento Ovest  è stato demolito e raso al suolo per ricostruirvi un ospedale.


Progetto del nuovo ospedale:


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Storia delle caserme nei pressi della Pizzolato - Via al Desert
Testo da: https://www.giornaletrentino.it/cronaca/trento/via-al-desert-l-ex-piazza-d-armi-e-il-giallo-del-not-1.730965

"... Tutto questo a dispetto del toponimo dell’area e della sua “storica” essenza e funzione: “Desert” infatti non è una denominazione priva di significato. Era infatti un luogo pressoché disabitato, spesso coperto di ghiaia dal Fersina ed in più si trovava all’estremità sud del territorio di Trento.
Proprio per queste sue caratteristiche un secolo fa, nella prima decade del 900, l’esercito austroungarico vi trasferì la “piazza d’armi”, ossia il luogo delle esercitazioni dei soldati, liberando da tale “servitù” l’attuale piazza Venezia. Durante la prima guerra mondiale vi furono collocati dei baraccamenti militari e si installarono i primi impianti radio a lunga distanza. Questo fu possibile perché vi era lo spazio sufficiente per conficcare nel terreno file di pali che reggevano le antenne radio collegate tra di loro.
La funzione militare continuò con l’esercito italiano che prima utilizzò gli edifici austroungarici e poi nel 1935 costruì la caserma Vittorio Emanuele III, ora intitolata a Damiano Chiesa. A fianco seguì un complesso militare chiamato “Monte Pasubio”, diventato dopo la seconda guerra mondiale caserma don Luigi Pezzoli. Nei decenni successivi, sul versante ovest della strada dove ora c’è la Protonterapia, fu realizzata la caserma Sergio Bresciani che serviva soprattutto come deposito ed autorimessa per i mezzi di trasporto militari (Ampliamento Ovest).
In tempi recenti, tra il 2009 e il 2010, le caserme Pezzoli e Bresciani sono state demolite per ospitare quello che dovrebbe essere il nuovo ospedale della città. Il progetto è però nato sotto una cattiva stella: basta pensare al pasticcio dell’appalto bloccato ed alle recenti contrastanti opinioni sulla localizzazione.
Se attualmente la funzione militare originaria della strada resta affidata solo alla caserma Damiano Chiesa, l’annunciato arrivo dei profughi nel complesso che era destinato agli alloggi dei soldati fa scoprire un altro volto alla strada. Consente infatti di far tornare alla memoria quando al “Desert” non vi erano solo le alluvioni del Fersina e le esercitazioni dei militari, ma anche campagne da coltivare. Non per nulla l’area era denominata anche “al mas desert”, il che significa che vi era un maso agricolo. Il catasto teresiano del 1855 lo individua all’incirca nell’area dove ora si trova l’edificio che ospiterà i profughi. E’ indicato in proprietà del Consorzio di bonifica dal 1852 al 1921, ma dopo quell’anno non ve n’è più traccia: è probabile che sia stato demolito in occasione della costruzione delle caserme italiane. In attesa dell’ipotetico nuovo ospedale, chissà se sarà possibile creare degli orti in un tratto della spianata, magari affidandone la cura anche ai profughi.
Storia a parte, la maggioranza degli automobilisti che giornalmente la percorrono considerano via al Desert un facile collegamento alla tangenziale cittadina e con l’area di Ravina, “destra Adige” compresa. Tutto questo a partire dal maggio 1962 quando è stato aperto il ponte di Ravina e, più avanti nel tempo, da quando nell’agosto 1974 è stato reso transitabile quel tratto di tangenziale. Sono stati questi gli investimenti che hanno dato dignità viabilistica a quella strada che prima era poco più di un cul-de-sac a servizio delle strutture militari.
“Deserto”, maso agricolo, piazza d’armi, caserme con 25 morti nell’assalto delle truppe tedesche l’8 e il 9 settembre 1943, strada di collegamento, adesso ostello per immigrati, poi (forse) centro della sanità trentina: ecco quindi le funzioni e le trasformazioni di via al Desert a partire da inizio Novecento..."

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Polveriera Marco di Rovereto "A. Di Cocco"

La polveriera militare di Marco fu realizzata dall’esercito dal 1922 al1927. Le casematte, costruite con un’intercapedine nel muro per evitare di trasformarle in camera di scoppio furono circondate da valli perché, in caso di esplosione, i detriti sarebbero saliti verso l’alto e non in orizzontale. Fu chiusa nel 1995.


Ricevo notizie via email dal nostro agente a Marco a proposito della Polveriera:

"...Ciao, complimenti per il sito sul servizio militare! Ti scrivo per darti qualche curiosa informazione sulla POLVERIERA DI MARCO (io abito a Marco). La polveriera è stata smantellata alcuni anni fa. Al suo posto c'è un centro adibito alla formazione di volontari impiegati nella protezione civile. Sono rimaste le altane di controllo e le casette dove venivano stoccate le munizioni e le polveri."



La polveriera oggi: (dal sito: http://www.provincia.tn.it/index.html)

Rovereto - Manutenzione straordinaria area ex polveriera di Marco

"...Il progetto prevede la manutenzione straordinaria dell'area ex polveriera in località Marco di Rovereto. L'area di circa 14 ha, adibita un tempo a deposito di munizioni ed esplosivi dall'Esercito Italiano, è ora di proprietà del Demanio Provinciale. E' collocata sul versante orientale della Vallagarina alle pendici del monte Zugna, in prossimità dell'abitato di Marco nel Comune di Rovereto. Come si evince da rilievo planialtimetrico, si tratta di un ampia porzione del territorio, morfologicamente caratterizzata da una zona centrale semipianeggiante e circondata da rilievi che lo racchiudono ai lati. All'interno dell'ex polveriera si trovano numerosi manufatti (casematte), dove un tempo venivano stoccate le munizioni e le polveri, torrette di avvistamento (altane) e abitazioni per il personale. Su richiesta del Servizio di Protezione Civile si prevede in questa prima fase un drastico intervento di pulizia e di manutenzione delle opere esistenti: strade, piazzole, muretti, ecc. Ultimati i lavori di pulizia con squadra di lavoratori ultra 50 si provvederà alla demolizione della recinzione, data la difficoltà che richiede tale operazione, dovendo intervenire in zone impervie e con apposita attrezzatura, tale opera sarà affidata a manodopera specializzata Si dovranno demolire inoltre alcune garritte di guardia, delle piccionaie ed eliminare la vecchia linea elettrica..."

Articolo L'ADIGE 14/4/2005 in pdf


Dal sito www.ttc.tn.it l'interessante articolo: La storia di Marco: il "Deposito munizioni A. Di Cocco". Cliccare qui



Passo COE


Vi abbiamo fatto un campo estivo (agosto 1983) ed uno invernale (gennaio 1984).
Ex base NATO all'epoca in abbandono tranne il corpo di guardia (nel 1983 dormivamo nei sacchi a pelo).
Nel 2010 parte del sito è stato recuperato in una specie di museo della guerra fredda con tanto di missili sulle rampe! Esiste un sito web da visitare con attenzione http://www.basetuono.it/




Caserma Rossi - Merano


Merano, 30 settembre 2004: alle ore 10.30, presso la Caserma Rossi, ha chiuso i battenti, a 7 anni dalla sua costituzione, il 18° RAR "Edolo". La chiusura dell'Edolo è un atto formale che chiude un epoca. Dal 1975, quando a seguito della prima grande ristrutturazione dall'ultimo dopoguerra erano stati sciolti i reggimenti, l'allora battaglione "Edolo" ha avuto il compito di incorporare ed inquadrare tutti i giovani chiamati alle armi dal Trentino Alto Adige e dalla Lombardia. Con la successiva soppressione degli altri battaglioni addestramento reclute (il "Mondovì" della Brigata alpina Taurinense ed il "Vicenza" della Julia), L'Edolo ha ereditato, con il battaglione "Belluno", anche tutte le reclute provenienti dalle altre regioni a reclutamento alpino. Nei periodi di maggior affluenza, il battaglione è arrivato a gestire mensilmente anche fino a 1500 reclute. Questo grande movimento, da anni ormai in declino, si è concluso con l'ultima cerimonia celebrata a Merano, lo scorso gennaio, con il giuramento di fedeltà alla Patria di ottanta alpini.

La soppressione della leva e la completa professionalizzazione delle Forze Armate ha ridotto l'esigenza di Unità esclusivamente addestrative quali il 18° Reggimento. Con la chiusura non diminuirà comunque la presenza militare in regione: la quasi totalità del personale, ora effettivo al 18° Reggimento, continuerà a prestare servizio presso altre Unità, a Bolzano e Merano, che, invece, hanno aumentato i loro organici. Alcuni Reggimenti hanno dato vita a più battaglioni (il 24° reggimento logistico di manovra a Merano ed il 2° reggimento trasmissioni alpine a Bolzano) ed altre unità si sono elevate di livello (battaglione "Monte Cervino" elevato a reggimento).


Il battaglione "Edolo" , costituitosi a Milano nel 1886 in seno al 5° reggimento alpini, ha partecipato alle campagne d'Eritrea (1887 - 1896), di Libia (1911) ed alla prima Guerra Mondiale, dove si è distinto nei combattimenti dell'Adamello e di Castellaccio. Il battaglione è stato poi tra i primi a stanziarsi in Alto Adige: il 1 gennaio 1919 è in Val Venosta, dal 1921 si stabilizza a Silandro e dal 1935 a Malles. Nella seconda guerra mondiale opererà inizialmente sul Fronte Occidentale, per passare poi sul fronte Greco e partecipare, con la divisione Tridentina, alla Campagna di Russia.
Sciolto nel settembre 1943, fu ricostituito il 15 dicembre 1945 inquadrato nel 4° Reggimento Alpini, poi nel 6° (1946) quindi nel 5° della Brigata "Orobica".
Dal 1° ottobre 1975 divenne autonomo come Battaglione Addestramento Reclute, per la Brigata "Orobica".
Sciolta la Brigata il 27 luglio 1991 passò alla Brigata "Tridentina" che lascerà, poi, per divenire supporto del Comando Truppe Alpine.


Ricostituito a Brunico il 1 gennaio 1946, l'Edolo è tornato a far parte del 5° alpini il 15 marzo 1953, data del suo definitivo insediamento nella Città di Merano dove, il 13 settembre 1998, ha dato vita al 18° Reggimento. La gloriosa bandiera del reggimento, che sarà custodita presso il Sacrario dell'Altare della Patria a Roma, è decorata della Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, di due Medaglie d'Oro ed una d'Argento al Valor Militare e di una medaglia d'Argento di Benemerenza.


La scomparsa della caserma Rossi , anche se ampiamente preventivata, non mancherà certo di lasciare un vuoto in riva al Passirio. Con cancellazione dell'Edolo se ne va un pezzo di storia legata alla città di Merano ed anche a tutte quelle località da cui provenivano i giovani di leva destinati a svolgere il servizio tra le fila delle gloriose "penne nere".



SITO DEDICATO: http://www.battaglionealpiniedolo.it/






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